I VINILI INCAZZATI DI PENNY LANE

Avete presente che Kafka diceva:"C'è molta speranza ma non per noi" ? 
E quel colgione di Bukowski che si continuava a bere la vita, la poesia, lo schifo che contenevano le persone mentre Johnny Rotten voleva l'anarchia.
Alla fine dei conti ci sono io e un fottuto raffreddore che mi tappa il cervello. Vorrei poter trovare la medicina giusta per guarire da ogni sintomo di una malattia inesistente. 
Si dovrebbe catturare una nuvola e prendere un fiore, tagliarsi coi petali e drogarsi di rose ed io sono qui che lo aspetto, sperando che venga con un cd dei Joy Division e la sua maglietta anni Sessanta.
L'innocenza se ne va sulla luna e la rabbia si fa sempre più scema quasi sembra un cane arrabbiato, una iena che guardandosi allo specchio, muore dalle risate.
Dovevo dirglielo che avrei voluto scappare a Newport Beach quella notte al centro sociale, sulle note di Gaber, per poi farci arrestare dalla polizia come ladri di buone intenzioni, come ladri di disagi esistenziali.

Che fine hanno fatto tutti, dove siete?

Forse per farsi capire bisogna diventare famosi ma qualcuno, una notte che di preciso non ricordo, mi disse che per diventare veramente famosi bisogna essere morti: si deve bruciare, diventare cenere e non è mica facile.
Ci uccidono i sentimenti, l'innocenza, la purezza ma noi rimaniamo vivi e allora vaffanculo i morti, io sono ancora viva e forse non diventerò neanche famosa. Vaffanculo a me che gioco a fare la Groupie. Vaffanculo a quel pensiero dolce e rock che mi accompagna da quella sera.

Sono davanti a una schifosa canzone non finita, l'ennesima. Finchè non gli chiederò di scappare, di andare a comporre il nostro album migliore lontano da Milano, non finirò mai nessuna canzone.
E i vinili sono incazzati, cospirano, ci prendono a calci di ricordi in Mi Maggiore.

E dove siete andati a finire tutti?

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